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Immagine del redattoreGarage d'Epoca

Quando due motori non erano normali

Con l'avvento dell'auto elettrica, ci stiamo abituando all'idea di trovare più motori su un automobile. Ma le cose negli anni '70 erano diverse, vediamo perché.



L'Alfa Romeo Alfasud TI bimotore nacque dallo storico preparatore di vetture da competizione Gianfranco Mantovani detto "Wainer".

L'officina Wainer, che collaborava con il reparto corse Alfa Romeo, era specializzata nella modifica e nella preparazione di vetture per le competizioni. La vettura proposta in vendita dalla nota casa d'asta RM Sotheby's venne costruita presso la sua officina di Corsico a Milano e fu terminata nel 1977.


L'idea di Wainer era quella di realizzare un'autovettura a trazione integrale 4z4, ma anziché installare albero di trasmissione e differenziali, penso di aggiungere un secondo motore collegato alle ruote posteriori.

Il primo esperimento risale ai primi anni '60, quando Wainer prese come "cavia" una Fiat 500 giardiniera, dove installò nel vano anteriore un motore tradizionale della 500 (a differenza di quello a "sogliola" presente nel posteriore della 500 giardiniera.

Questo esemplare fu realizzato per permettere ad un amico che viveva in Brasile di percorrere agevolmente le strade impervie e fangose del luogo. La vettura si distingueva per lo spunto e per le acquisite doti fuoristradistiche, tutto ciò era permesso per via di una accurata messa a punto del comando doppio dei carburatori.



A distanza di anni Wainer volle realizzare un nuovo "esperimento" e scelse l'Alfasud in quanto vettura dai contenuti moderni, agile e spaziosa.

Via il ponte posteriore, via i sedili posteriori e pianale tagliato, a tanto arrivarono le modifiche per alloggiare il secondo motore. Fu realizzato un nuovo sistema di supporti per il gruppo motore-cambio, cosi da permettere la trasmissione del moto alle ruote posteriori.



Internamente troviamo invece un abitacolo a due soli posti, a dispetto della versione originale a 5 posti, con delle paratie insonorizzanti nel posteriore.

Furono poi aggiunti strumenti e comandi per azionare e tenere sotto controllo i valori del secondo motore (i due motori venivano infatti avviati tramite due pulsanti separati).

Esteticamente la carrozzeria appariva quasi invariata, eccetto per l'aggiunta di due prese d'aria laterali. Il colore scelto fu un rosso Alfa con le scritte bianche "Alfasud Wainer Bimotore".


Le prestazioni migliorarono, la vettura poteva vantare quindi un accelerazione da 0 a 100 in 8,2 secondi con una velocità massima di 215 km/h. La particolarità era che ogni gruppo propulsore aveva il proprio cambio e differenziale, cosi il motore anteriore trasmetteva la forza alle ruote anteriori, e quello posteriore alle ruote posteriori. Il che la rendeva una 4x4 a tutti gli effetti.




L'Alfasud Bimotore Wainer era destinata alle corse come la Targa Florio o a rally impegnativi come il Safari. Partecipò a competizioni sulla neve, ma purtroppo non ci furono ulteriori sviluppi e l'auto restò allo stadio di prototipo. Venne gelosamente custodita da Gianfranco Mantovani Wainer fino alla sua morte.


La nota casa d'aste RMsotheby's propone la vettura nel proprio sito, con l'asta fissata per il 13 febbraio a Parigi.


 

Credit: RM Sotheby's

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