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Immagine del redattoreGarage d'Epoca

Dino 246GT, la Ferrari senza il cavallino


Dino 246 GTS
Dino 246 GTS

In principio fu la Ford, che dopo essersi vista sbattere le porte in faccia a seguito della trattativa di acquisizione della Ferrari, fece pressioni alla FIA per rendere la strada in salita proprio ad Enzo Ferrari. Strada in salita perché fino a quel momento (parliamo dei primi anni '60) le regole permettevano ai piccoli costruttori di prendere parte alle competizioni, successivamente invece venne inserita la regola delle 500 vetture prodotte nell'anno precedente alla stagione sportiva.

Da quel fatto nacque una "joint venture" tra la Fiat (Gianni Agnelli era un estimatore, nonchè acquirente delle vetture del cavallino) e la Ferrari, dove la Fiat si impegnava a costruire i 500 motori esacilindrici in dodici mesi, allo scopo di raggiungere la quota prevista dai nuovi regolamenti per la partecipazione al campionato di Formula 2, che sarebbero entrati in vigore nel 1967.

La collaborazione Fiat-Ferrari prevedeva, oltre alla costruzione del motore, lo sviluppo e la produzione di alcuni modelli stradali.

Da parte di Fiat ci fu la presentazione del primo prototipo della Dino Berlinetta Speciale al salone dell'automobile di Parigi nel 1965, mentre al successivo Salone di Torino del 1966 Fiat presentò la versione spider. La trilogia si concluse con la presentazione nel 1967 al Salone di Ginevra con la Versione Coupè.

Fiat e Ferrari scelsero strategie diverse, con Fiat che decise di produrre le versioni Coupé (commissionata alla Bertone) e la versione Spider (commissionata a Pininfarina).




 

Ferrari invece rimase Fedele allo schema costruttivo "tutto dietro" con motore in posizione centrale e trazione posteriore.

La vettura fa parte della serie Dino, il cui nome era in memoria del figlio del fondatore della casa di Maranello, appunto Dino Ferrari, che aveva oltretutto progettato il suo motore V6 e la cui sigla era il risultato della cilindrata del propulsore 2000 cm³, seguita dal 6 che rappresentava il numero dei cilindri.

Sulla vettura non appariva il marchio Ferrari bensì la scritta Dino in corsivo su fondo giallo.

La prima nata fu la Dino 206, denominazione ricavata dalla cilindrata di 2000 cm³ seguita dal 6 che rappresentava il numero dei cilindri. Questa serie venne costruita in soli 152 esemplari.

La 246 era la naturale evoluzione della 206, migliorata e rivista sotto molti punti di vista, i principali erano la cilindrata portata a 2400 cm³ e le modifiche alle dimensioni come il passo e l'altezza totale della vettura.



L'esemplare di Dino 246GTS descritto sotto si trova in vendita all'asta di Rm Sotheby's a Parigi il prossimo 31 gennaio.


La Ferrari Dino 246GTS


Vista laterale della Dino 246 GTS
Vista laterale della Dino 246 GTS

  • Verniciata Marrone Dino Metallizzato con interni in vinile beige e sedili in Daytona".

  • Certificato Ferrari Classiche, matching number di telaio, motore e cambio.

  • Uno dei 1.274 esemplari GTS con tetto rimovibile.

  • Soggetto a restauro totale da parte di Piotr Bem Restoration dal 2016 al 2023.

  • Presentato al Concorso d'Eleganza Rozalin 2023.



Costruita il 21 dicembre 1973, questo esemplare di Ferrari Dino 246 GTS appartiene alla "Serie E". Verniciata in questo particolare Marrone Dino Metallizzato con interni in vinile beige, con i desiderabili sedili in stile Daytona.

Ritirata direttamente in fabbrica dal primo proprietario Franz Wiedemann, si sa poco dei primi anni di vita di questo Dino.

Nel 2015 è stata ritrovata in Giappone durante un progetto di restauro , dopo aver percorso circa 37.000 chilometri. Fu acquistata dall'attuale proprietario ed esportata in Polonia.

Nel 2016, il noto restauratore Piotr Bem ha portato il telaio a lamiera rimuovendo quindi tutta la vernice. Avendo stretti legami con la Ferrari, il proprietario inviò il telaio a Vaccari, il costruttore del telaio originale, per le riparazioni, le cui foto sono disponibili per la visualizzazione in archivio.

Di ritorno dall'Italia, la carrozzeria è stata riverniciata nel colore corretto di fabbrica, Marrone Dino Metallizzato. Il motore è stato ricostruito, come quasi tutti gli altri componenti principali, ad eccezione degli interni.

Il restauro è stato completato nel 2023 e questa 246 GTS è stata presentata nell'edizione di ottobre della rivista polacca di auto d'epoca Classicauto ed esposta al Concorso d'Eleganza di Rozalin.

A partire da giugno 2023, questa Ferrari Dino 246 GTS è stata certificata da Ferrari Classiche e i dati di Matthias Bartz corrispondono al telaio, al motore e al cambio.





 

Testi: Garage d'epoca e Rm Sotheby's

Foto: Tomasz Sarna ©2023 Courtesy of RM Sotheby's


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